centro di Epatogastroenterologia e Nutrizione s.a.s. di G. Di Bella

CASI CLINICI Area dedicata ai medici ed a tutti gli operatori della salute interessati alla gastroenterologia

VISITA INIZIALE

Giovane di 25 anni, di sesso maschile, accusa da circa 1 mese diarrea (4 - 5 scariche al giorno con feci semiformate o liquide) cui si associa impellenza alla defecazione, dolori addominali che si attenuano con la defecazione e presenza di sangue rosso vivo frammisto alle feci.

ALTRE NOTIZIE

a) in passato non aveva avuto sintomi analoghi
b) in famiglia non ci sono altri parenti che soffrono di disturbi gastrointestinali
c) il paziente è stato di recente in Egitto
d) il paziente, oltre alla diarrea, non accusa altri sintomi del tipo febbre, artralgie, manifestazioni cutanee

ESAME OBIETTIVO ADDOME

Dolenti i quadranti addominali di sx., assenza di epato e/o splenomegalia.

ESPLORAZIONE RETTALE

NON emorroidi -- NON lesioni perianali -- NON residui fecali in ampolla.

In questa prima fase si decide di richiedere:
- es. ematochimici generali
- es. feci completo con ricerca di parassiti e uova
- s' informa il paziente sulla probabile necessità di eseguire una colonscopia con biopsie.

CONSIDERAZIONE N° 1

La presenza di sangue nelle feci (occulto o macroscopicamente visibile) è il sintomo fondamentale che ci permette di escludere una sindrome del colon irritabile; tra le cause più frequenti che possono determinare diarrea con sangue ci sono:
- il carcinoma colon rettale
- le coliti ischemiche
- le malattie infiammatorie croniche intestinali
- le coliti da infezioni ed infestazioni parassitarie
- le coliti segmentarie associate a diverticolosi
- le coliti da farmaci

Nel nostro caso la giovane età del paziente e la sua storia clinica ci consentono di restringere il campo della diagnosi a:
- colite infettiva (recente viaggio in Egitto)
- malattie infiammatorie intestinali

PRIMO CONTROLLO

PARAMETRI
GLOBULI ROSSI
GLOBULI BIANCHI
EMOGLOBINA
EMATOCRITO
VAL. CORP. MEDIO
PIASTRINE
PROT. TOTALI
ALBUMINA
AST
ALT
FOSFATASI ALCALINA
GAMMA GT
SIDEREMIA
FERRITINEMIA
TRANSFERRINEMIA
VES
PCR

VALORI DEL PAZIENTE
4.670.000/mm3
5.800/mm3
13,6 g/dl
36%
93 fl
340.000
7,4 g/dl
4,5 g/dl
25 U/l
30 U/l
220 U/l
34 U/l
50 mg/dl
100 ng/dl
165 mg/dl
40 mm/h
1,8 mg/dl

I RISULTATI DEGLI ESAMI RICHIESTI mostrano:
- assenza di anemizzazione
- assenza di carenza marziale
- discreto aumento degli indici di flogosi
- es. feci normale con ricerca di parassiti negativa

Si richiede quindi la COLONSCOPIA con eventuali biopsie

La COLONSCOPIA evidenzia "... la mucosa del colon dall' ampolla rettale fino al tratto distale del discendente si presenta iperemica, granulosa, con minute erosioni, facilmente sanguinante alle prese bioptiche" ... il referto istologico "presenza d' infiltrato infiammatorio con distorsione della componente ghiandolare ed ascessi criptici".

CONSIDERAZIONE N° 2

Per le malattie infiammatorie croniche intestinali non esiste un TEST PATOGNOMONICO e la diagnosi si basa sull' insieme dei dati clinici, ematochimici, endoscopici ed istologici. Riguardo all' esame endoscopico ed a quello istologico, occorre ricordare alcuni caratteri differenziali tra COLITE ULCEROSA e MORBO DI CROHN

CARATTERI ENDOSCOPICI DIFFERENZIALI TRA RETTOCOLITE ULCEROSA E M. DI CROHN

Colite ulcerosa

Morbo di Crohn

Interessamento

Colon

Tutto il tubo digerente

Distribuzione delle lesioni

Continua

Segmentaria

Retto

Coinvolto costantemente

Spesso risparmiato

Ulcere

Superficiali

A stampo, sottominate

Ulcere: alte carateristiche

Ulcere cotornate da mucosa iperemica, edematosa, granulare

Ulcere contornate da muosa sana; aspetto ad acciottolato

CONCLUSIONI

Il paziente risultava quindi affetto da "RETTOCOLITE ULCEROSA AD ATTIVITA' LIEVE MODERATA"

CONSIDERAZIONE N° 3

Nel caso della rettocolite ulcerosa è importante definire l' estensione della malattia ed il suo grado di attività (gravità). Esistono dei criteri che ci permettono di fare ciò; tra di essi quelli più utilizzati sono i criteri di Truelove e Witts

CRITERI DI TRUELOVE E WITTS

R.C.U. LIEVE

R.C.U. MODERATA

R.C.U. MODERATA

Nunero di scariche di Diarrea nella giornata

Da 1 a 3

Da 4 a 6

> a 6

Presenza di sangue nelle feci

Scarsa

Discreta

Abbondante

Febbre

Assente

< a 37,5 °C

> a 37,5 °C

Tachicardia

Assente

Assente

> a 90 bpm

Anemia

Non severa

Hb > a 75%

Hb < a 75%

VES

Normale

< 30 mm/h

> 30 mm/h

TERAPIA

Il paziente ha iniziato terapia orale e topica con MESALAZINA (2 gr. x os­ + 2 gr. x via topica) .

CONSIDERAZIONE N° 4

a MESALAZINA (5-ACIDO AMINOSALICILICO) ha una buona efficiacia in corso di malattia infiammatoria cronica intestinale ad attività lieve-moderata ed è certo che la sua azione si esercita per contatto diretto con la mucosa sede dei processi infiammatori. Per tale motivo, per prevenire l' assorbimento gastroduodenale del farmaco esistono in commercio alcuni preparati in cui il 5-ASA è rivestito di resine acriliche che si sciolgono a differenti valori di PH endoluminali, liberando così il farmaco attivo nei diversi tratti dell' ileo e del colon. Il raggiungimento dei tratti colici più distali può anche ottenersi in maniera efficace con prodotti topici di 5-ASA che se somministrati la sera e quindi trattenuti a sufficienza per tutta la notte risalgono nel colon di sx. fino a raggiungere in alcuni casi il colon trasverso.

Luglio 2010 -- Paziente di sesso maschile di anni 63, affetto da IRC e portatore di endoprotesi per aneurisma aortico, asintomatico, ad un controllo ecografico di routine presenta una colecisti con pareti ispessite e disomogenee motivo per cui consigliamo una consulenza chirurgica per colecistetcomia.

Ad un successivo controllo (Novembre 2014) lo stesso paziente che non ha eseguito la colecistectomia, presenta ittero, anoressia e calo ponderale, ha il seguente quadro ecografico:

SINTOMATOLOGIA

Una donna di 35 anni in apparente buona salute, da circa un anno accusa discreta astenia e meteorismo intestinale; è sposata da 6 anni e non ha figli (ha avuto due aborti spontanei). Fa l' insegnante ed è pendolare: dice di essere molto stressata dal suo lavoro.

ESAME OBIETTIVO

Nulla da rilevare

Si richiedono esami ematochimici generali.

ESAMI MATOCHIMICI

PARAMETRI
GLOBULI ROSSI
GLOBULI BIANCHI
EMOGLOBINA
EMATOCRITO
VAL. CORP. MEDIO
PIASTRINE
BILIRUBINA TOT.
BILIRUBINA DIRETTA
AST
ALT
FOSFATASI ALCALINA
GAMMA GT
SIDEREMIA
FERRITINEMIA
TRANSFERRINEMIA
VES
PCR

VALORI DEL PAZIENTE
3.500.000/mm3
5.800/mm3
10,6 g/dl
33%
76 fl
340.000
1,0 mg/dl
0,5 mg/dl
60U/l
65 U/l
150 U/l
34 U/l
45 mg/dl
30 ng/dl
300 mg/dl
4 mm/h
0,8 mg/dl

I RISULTATI DEGLI ESAMI RICHIESTI mostrano la presenza di un' anemia sideropenica ed un lieve aumento delle transaminasi. Per tale motivo si richiede un test di sangue occulto nelle feci, un' esame alle urine, la ricerca dei markers virus epatite e la ripetizione delle transaminasi.

La paziente si ripresenta dopo circa 10 giorni lamentando un accentuarsi dell' astenia e la presenza di diarrea. Negativi risultano la ricerca di sangue occulto, l' esame alle urine e la ricerca di anticorpi per i virus epatite. A questo punto, visti i risultati delle analisi, l' ipotesi più attendibile per spiegare l' anemia sideropenica è quella del malassorbimento. Secondo recenti studi l' 8% dei pazienti con anemia sideropenica può essere portatore di una malattia celiaca paucisintomatica. Si decide pertanto di richiedere la ricerca degli anticorpi antigliadina (Ig G e Ig A), gli anticorpi antiendomisio (classe IgA) e gli anticorpi antitransglutaminasi (TGA).

Il risultato di tali esami è stato di positività per AGA ed EMA con TGA negativi.

La MALATTIA CELIACA è una patologia caratterizzata da una intolleranza al glutine che è una proteina contenuta nel grano, nella segala, nell' orzo e nell' avena. Una percentuale che va dal 5 al 10 % dei parenti di primo grado dei soggetti celiaci, sono a loro volta affetti dalla malattia, per cui è fortemente sospettata la componente ereditaria. A livello anatomopatologico si ha un appiattimento dei villi intestinali con conseguente malassorbimento intestinale che spesso causa deficit nutrizionali importanti e calo ponderale. La malattia celiaca si può manifestare in età infantile con sintomi tipici come diarrea, stetaorrea, distensione/gonfiore addominale e ritardo della crescita oppure manifestarsi in età adulta con sintomi atipici come l' anemia da causa ignota, l' osteoporosi in giovane età, l' amenorrea o pubertà ritardata o l' abortività ripetuta. La positività degli AGA ed EMA tuttavia non è sufficiente a fare diagnosi di m. celiaca ed occorrre eseguire una gastroscopia con biopsie nella seconda porzione duodenale per valutare l' architettura dei villi intestinali.

Nel caso della nostra paziente la gastroscopia ha dimostrato un appiattimento delle pliche duodenali mentre l' esame istologico delle biopsie duodenali ha evidenziato un appiattimento quasi totale dei villi intestinali con un importante infiltrato linfocitario intraepiteliale e un' iperplasia delle cripte. Sulla base di questi reperti la diagnosi di malattia celiaca è definitiva per cui il passo successivo è quello d' impostare la dieta priva di glutine che sta alla base della terapia di questa malattia.

La nostra paziente è stata informata che la mancata osservanza di tale dieta avrebbe comportato un danno continuo della mucosa intestinale con aumentato rischio di linfoma intestinale e di gravi malassorbimenti come l' osteoporosi precoce. E' stata inoltre informata dell' esistenza di prodotti alimentari privi di glutine che sono dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale previa registrazione presso l' ASL e il rilascio di tesserino di esenzione.

Per il follow-up si è programmato di eseguire il dosaggio periodico degli EMA e degli AGA che tendono a negativizzarsi se la paziente esegue veramente la dieta ed una gastroscopia con biopsie duodenali dopo un anno per valutare la normalizzazione della mucosa intestinale.

Paziente: D.C. -- sesso: F -- anni 82

SINTOMATOLOGIA

Epigastralgie con saltuaria disfagia e regurgiti (riferita frequente asunzione di FANS); ha praticato terapia con Omeprazolo 20 da cui ha tratto discreto beneficio -- ANAMNESI REMOTA: stipsi cronica -- ernioplastica ombelicale -- isterectomia -- operata di artroprotesi al ginocchio -- ipertensione arteriosa -- TERAPIE FARMACOLOGICHE: Losec -- Antispasmina colica -- Lorans -- Voltaren -- ALVO: stitico -- DIURESI: regolare --A. FISIOLOGICA --ALIMENTAZIONE abituale regolare -- Consuma modeste quantità di birra ai pasti -- Beve 2 caffè al dì -- Fuma 20 sigarette al giorno --ESAME OBIETTIVO ADDOME: trattabile alla palpazione sup. e prof. -- P.A.: 120/80 mm/Hg --PESO: 86 Kg -- ALTEZZA: 155 cm -- B.M.I. : 36.

E.G.D.S." Esofago: decorso tortuoso nei due terzi superiori; stretta angolatura al terzo inferiore: impossibile avanzamento dello strumento. La mucosa nei tratti visualizzati si presenta normale. Si consiglia integrazione con Rx-esofago baritato.

Paziente: P.M. -- sesso: F -- anni: 90

SINTOMATOLOGIA

Da circa 2 settimane disfagia ed epigastralgie postprandiali con eruttazioni.

ANAMNESI

Diabete mellito curato con insulina da 15 anni -- colecistectomia 35 anni fa.

TERAPIE FARMACOLOGICHE CRONICHE

Lanoxin 0,125 -- Insulina (10 + 15 + 14 U.I.) -- Magnesia S.P. -- Nimotop

ALIMENTAZIONE

Abituale regolare -- Non consuma alcolici -- Non beve caffè -- Non fuma

L'esofago a cavaturaccioli è un' affezione della motilità esofagea nella quale la normale peristalsi viene sostituita da contrazioni fasiche non propulsive e, in alcuni casi, da un alterato funzionamento dello sfintere esofageo inferiore. È di osservazione più rara dell'acalasia e, sebbene siano stati osservati dei casi di trasformazione in acalasia classica, non è stato accertato che i due disordini rappresentino fasi diverse dello stesso processo patologico.

ETIOLOGIA PATOGENESI

La patogenesi delle diverse anomalie della peristalsi esofagea osservate nello spasmo esofageo diffuso non è nota. Nell'esofago affetto da tale patologia si riscontra un'ipertrofia della tonaca muscolare esofagea e della muscolaris mucosae nel tratto distale dell'esofago con degenerazione walleriana delle fibre del vago ed ipersensibilità della muscolatura esofagea a stimoli colinergici.

SINTOMATOLOGIA

I sintomi predominanti sono: dolore toracico retrosternale, odinofagia e disfagia in soggetti emotivi e psicolabili. Il dolore è comunemente riferito come urente e costrittivo; la rapidità con cui insorge e la sua gravità simulano l'angina pectoris o l'infarto del miocardio. Sebbene il dolore insorga dopo assunzione di bevande gassate o cibi molto caldi o freddi, esso si presenta il più delle volte spontaneamente, non associato a deglutizioni. Si tratta di un dolore retrosternale che si irradia al dorso, ai lati del torace, a entrambi gli arti e agli angoli della mandibola, che può durare da pochi secondi a diversi minuti. La disfagia è di grado variabile con caratteristiche di intermittenza e suscettibile di influenze di tipo emotivo. Rari sono il calo ponderale o l'ostruzione completa.

DIAGNOSI

Lo studio radiologico con pasto baritato dell'esofago dimostra che, al di sotto dell'arco dell'aorta, la normale sequenza peristaltica e sostituita da contrazioni simultanee, incoordinate, che producono arricciamenti o increspamenti multipli della parete, piccole formazioni sacciformi o pseudodiverticoli, configurandosi in tal modo il cosiddetto esofago a "cavaturaccioli". Talora, per effetto di una contrazione, il lume esofageo può obliterarsi e il bario viene spinto in alto e in basso. La manometria mette in evidenza la presenza delle caratteristiche contrazioni di ampiezza elevata, di lunga durata, ripetitive e a esordio simultaneo nella porzione inferiore dell'esofago. Va osservato che poiché tali alterazioni sono episodiche lo studio monometrico può risultare normale al momento della sua esecuzione e, pertanto, può essere necessario ricorrere a particolari artifici per provocare lo spasmo esofageo, quali la deglutizione di liquido freddo. L'indagine endoscopica deve escludere la presenza di una patologia di tipo organico.

TERAPIA

La terapia di prima istanza è quella farmacologia con antispastici, nitroderivati ad azione prolungata e tranquillanti. Una buona palliazione dei sintomi è stata ottenuta con calcio-antagonisti e con procinetici. La dilatazione pneumatica è efficace solo in alcuni pazienti. L'intervento chirurgico viene preso in considerazione solo dopo l'insuccesso dei trattamenti precedenti e prevede una miotomia longitudinale estesa dall'arco aortico alla giunzione esofago-gastrica, senza peraltro interessare il SEI.

Erosioni dell'antro e del bulbo duodenale

Piccolo polipo del sigma

Anastomosi sec. Billrroth II: lesioni ulcerative in sede d' anastomosi

Piccolo polipo dell'antro gastrico

Una diverticolite associata ad IBD

Ragazza di 15 anni con dolore in fossa iliaca dx

Paziente di sesso M, di anni 65, con cirrosi alcolica inviatoci per sospetta ascite con astenia innsa, dispnea e addome globoso. Il riscontro di versamento pericardico è stato occasionale.

Lesione focale del V segmento epatico in paziente con epatopatia cronica evoluta, HCV positiva.

Lesione iso-ipoecogena in epatopatia cronica evoluta a cirrosi

Lesione ipoecogena del V segmento in cirrosi scompensata

E' il caso di una giovane paziente con sintomatologia dispeptica. Il riscontro del trombo è stato del tutto occasionale durante un' ecografia dell' addome richiesta di routine.

E' un'ansa ileale ... è dilatata ... in realtà è una neovescica dopo carico idrico.

La NEOVESCICA viene creata chirurgicamente utilizzando un breve segmento intestinale (generalmente l'ileo) di circa 40 cm che viene isolato dal restante intestino e rimodellato in modo tale da costituire un serbatoio di forma più o meno sferica. A questo serbatoio vengono attaccati gli ureteri e l'uretra. Esistono diversi tipi di neovesciche, che si differenziano tra loro per alcuni aspetti tecnici di realizzazione (neovescica ileale sec. Camey, neovescica ileale sec. Studer, neovescica di Hautmann, neovescica ileale sec. Gonheim ecc.).

L' ECD è un esame utile nella diagnosi di ipertensione portale perchè ci permette di ricercare :

1) Presenza di ascite
2) Direzione di flusso nella vena porta
3) Valutazione dello spessore parietale della colecisti
4) Direzione di flusso nella vena splenica
5) Misurazione del calibro della vena porta all' ilo
6) Misurazione della velocità di flusso nella vena porta
7) Valutazione degli indici d' Impedenza (Indice di resistenza) dell' arteria epatica
8) Valutazione della morfologia e della direzione di flusso delle vene sovraepatiche
9) Misurazione del volume della milza
10) Valutazione degli indici d' Impedenza (Indice di resistenza) dell' arteria splenica
11) Valutazione degli indici d' Impedenza (Indice di resistenza) delle arterie renali interlobari
12) Presenza di circoli collaterali

Voluminoso aneurisma dell' aorta addominale con trombo parietale disuniforme.

Sono presenti delle formazioni anecogene da riferire a cisti disontogenetiche senza pareti proprie e una formazione iperecogena da riferire a lesione metastatica.

Sono presenti delle formazioni anecogene da riferire a cisti disontogenetiche senza pareti proprie e una formazione iperecogena da riferire a lesione metastatica.

Splenomegalia con piccola milza accessoria e due linfonodi reattivi all' ilo.

In vicinanza dell' ilo e nel ligamento epatoduodenale sono visibili dei linfonodi aumentati di volume, di natura verosimilmente reattiva.

Lesione rotondeggiante del V segmento senza segnali vascolari al rilievo ECD.

Paziente di 37 anni di sesso maschile con sintomatologia dispeptica, senza alterazioni del metabolismo lipidico e/o glicidico; non fuma, nè beve alcolici e non assume farmaci. Markers virali negativi.

Versamento ascitico in cirrotico.

Angioma subcapsulare del V segmento.

Una cisti semplice ed una area di risparmio.

Numerose lesioni ripetitive.

Splenomegalia.

Due voluminosi angiomi del lobo dx.

Una pseudocisti pancreatica.

Recidiva su anastomosi in paziente operato per MdC a sede ileo-cecale.

Le lesioni a sede subcapsulare lasciano sempre qualche dubbio: quella che si vede nel video allegato, ha sede nel V segmento, presenta dei contorni irregolari ed un aspetto ipoecogeno ... tuttavia analizzandola meglio (aumentando la frequenza della sonda), notiamo un di rinforzo di parete posteriore ed un' ecostruttura essenzialmente anecogena (CISTI DISONTOGENETICA).

VIDEO: versamento ascitico, ispessimento delle pareti colecistiche ed ectasia della vena porta in cirrosi.

VIDEO - FOSSA ILIACA SX.: ispessimento di ansa intestinale e minimo versamento liquido fra le anse.

VIDEO: - FOSSA ILIACA SX. - ispessimento di ansa intestinale ed ipertrofia del mesentere

VIDEO: - Fossa iliaca sx. - ispessimento di anse intestinali, ipertrofia del mesentere ed un piccolo linfonodo reattivo.

Dilatazione di ansa intestinale.

Voluminoso calcolo della colecisti poco mobile con i cambiamenti di decubito.

Linfadenopatie laterocavali, lateroaortiche ed interaortocavali.

Calcolo della colecisti poco mobile con le variazioni di decubito: video-clip.

VIDEO: voluminoso aneurisma sacciforme dell' aorta addominale con trombo parietale.

Voluminoso aneurisma sacciforme dell' aorta addominale a sede postrenale.

Lesioni focali ripetitive del IV segmento epatico.

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