centro di Epatogastroenterologia e Nutrizione s.a.s. di G. Di Bella

ESOFAGO

L'esofago è un organo a forma cilindrica dell'apparato digerente della lunghezza di circa 25-30 cm e una larghezza di 2-3 cm. Collega la faringe allo stomaco e presenta una duplice funzione: consentire il passaggio del cibo (bolo alimentare) fino allo stomaco dove avverrà la digestione ed impedirne il reflusso dallo stomaco insieme ad acido e succhi gastrici.

DEFINIZIONE -- Con il termine di esofagite da reflusso s'intende un’ infiammazione della mucosa esofagea (molto spesso del terzo distale), causata dal passaggio di parte del contenuto gastrico in esofago.

COMPLICANZE DELL’ESOFAGITE -- Le principali complicazioni sono rappresentate da: A. Emorragia < 2% - B. Ulcera 5% - C. Stenosi 4-20% - D. Esofago di Barrett 8-20%.

SINTOMI TIPICI -- PIROSI POSTPRANDIALE, RIGURGITO, ERUTTAZIONI, ODINOFAGIA, VOMITO E NAUSEA.

SINTOMI NON TIPICI -- EMATEMESI: il 6-7% di emorragia digestiva alta è associata a reflusso. ANEMIA: stillicidio da ulcera od esofagite grave. DISFAGIA: per stenosi peptiche o disordini della motilità esofagea. CHEST-PAIN: dolore simil-anginoso spesso sensibile ai nitroderivati. BRONCOSPASMO: causato da microaspiarazione di materiale refluente e probabili meccanismi nervosi riflessi. PATOLOGIA ORL: faringite cronica, raucedine, globo.

DIAGNOSI -- Nella gran parte dei pazienti la diagnosi è basata sull' anamnesi. Se il paziente presenta pirosi senza disfagia si imposta un piano terapeutico, se invece c'è disfagia è indicata sempre un'approfondita valutazione, inclusa l' endoscopia.

DEFINIZIONE -- Per esofago di Barrett s’intende una zona di epitelio colonnare di almeno 2 cm. di lunghezza, situata nell’ esofago a monte del LES (sfintere esofageo inferiore).

CAUSE -- Quasi sempre dovuto a reflusso gastro-esofageo grave con distruzione dell'epitelio squamoso e sostituzione con epitelio colonnare più resistente all’acido refluito. Nella eziopatogenesi è importante il reflusso di tipo alcalino biliare significativamente più presente nei pazienti con MRGE e Barrett rispetto a quelli con solo MRGE.

GENERALITA' -- L' esofago di Barrett è frequentemente associato ad adenocarcinoma con incidenza 30-50 vol­te superiore rispetto ai soggetti non portatori di esofago di Barrett. L'ulteriore reflusso sull'epitelio colonnare provoca dapprima una displasia lieve con evoluzione a displasia moderata e grave e sovrapposizione di carcinoma in situ ed in seguito diffuso.

DIAGNOSI -- La diagnosi è basata essenzialmente sul reperto istologico-bioptico in quanto il solo esame endoscopico non è in grado di confermare né di escludere con certezza tale condizione, soprattutto in presenza di infiammazione esofagea. I sintomi dell'Esofago di Barrett sono gli stessi della malattia da reflusso gastroesofageo, in quanto la trasformazione (metaplasia) dell'epitelio mucoso non da disturbi specifici. Essi sono:
1. Dolore al petto, irradiato posteriormente o alle spalle che può simulare una sintomatologia cardiaca.
2. Bruciore (pirosi) al petto (in regione retrosternale).
3. Sensazione di difficoltà a deglutire non dolorosa (disfagia): per restringimento del lume (per cibi solidi, poi semisolidi e poi liquidi) oppure per incoordinazione motoria della deglutizione (disturbi motori esofagei).
4. Deglutizione dolorosa (odinofagia).
5. Rigurgito: contenuto gastrico o esofageo si ritrova in cavità orale

DEFINIZIONE -- Distinguiamo il carcinoma a cellule squamose, che rappresenta il 90% circa dei tumori epiteliali esofagei e l'adenocarcinoma, che rappresenta il restante 10% dei carcinomi dell'esofago. Carcinoma a cellule squamose -- L'incidenza del carcinoma squamoso dell'esofago varia a seconda delle zone geografiche. La più elevata frequenza si riscontra in Asia, nelle regioni orientali della Cina e nel nord dell'Iran con tassi variabili da 160 a 110 casi/100.000 abitanti maschi. La popolazione nera risul­ta più interessata della bianca sia in Sudafrica sia negli USA. In Europa il cancro dell'esofago è particolarmente rappresentato in Francia con un'incidenza di 11,5 casi/100.000 abitanti maschi. L'Italia, con una frequenza di 4,8/100.000 abitanti maschi, si colloca ad un livello intermedio presentando però regioni, quali il Trentino, la Lombardia, il Veneto ed il Friuli, che superano nettamente la media nazionale e si allineano con i territori a più alto rischio.

Nei paesi occidentali il cancro dell'esofago colpisce solitamente soggetti di sesso maschile ed età avanzata (70-80 anni); questa predominanza svanisce nelle zone ad elevatissima incidenza. Adenocarcinoma esofageo -- È responsabile dell'8-10% dei carcinomi esofagei. L'adenocarcinoma esofageo è una malattia che colpisce prevalentemente i bianchi. Sebbene vi siano stati alcuni casi in pazienti di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, l'incidenza cresce dopo i 40 anni; prevale nel sesso maschile (rapporto M:F=3-5,5:1).

GENERALITA' -- II cancro dell'esofago riveste un ruolo importante nell'ambito della patologia neoplastica sia per la sua prognosi ancor oggi sfavorevole che per la sua storia naturale inesorabilmente diretta verso la disfagia e la cachessia neoplastica.

CAUSE -- La grande maggioranza degli adenocarcinomi esofagei si sviluppa come una complicanza dell'esofago di Barrett.

DIAGNOSI -- La diagnosi di cancro dell'esofago può essere fatta con una radiografia dell'esofago con mezzo di contrasto oppure con un' endoscopia che consente di vedere l'eventuale lesione e di ottenere materiale per un esame delle. Una volta individuato il tumore, a completamento degli esami diagnostici è opportuno fare una radiografia del torace e una tomografia computerizzata (TAC) del torace e dell'addome per escludere la presenza di metastasi a distanza.

DEFINIZIONE -- E’ un disordine motorio esofageo caratterizzato.dalla perdita della peristalsi esofagea e da uno sfintere esofageo inferiore (LES) ad alta pressione con incompleto rilasciamento.

CAUSE -- Essa può essere idiopatica (acalasia primitiva) o secondaria ad altre patologie (in America ed in Europa la principale causa di acalasia secondaria è il cancro mentre in Sud America è la malattia di Chagas). L'acalasia primitiva compare in genere tra i 25 e i 60 anni e colpisce indifferentemente i due sessi.

GENERALITA' -- Nel soggetto normale la deglutizione determina una caduta di pressione a livello dello sfintere esofageo superiore (UES) a muscolatura striata con successiva propagazione di onde peristaltiche procedenti in senso distale che si propagano nel corpo esofageo. La deglutizione stessa induce rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore (LES) a muscolatura lìscia, che presenta pressione basale intorno ai 20 mmHg, subito seguito da un transitorio e rapido innalzamento della pressione stessa onde evitare il reflusso gastro-esofageo, con rapido ritomo alla pressione basale preesistente.

DIAGNOSI -- La diagnosi si basa innanzitutto sul rilievo di una storia di disfagia sia per i liquidi che per i solidi. Dal punto di vista diagnostico è necessario indagare sia la morfologia (radiologia e endoscopia) che la funzionalità (manometria). Tuttavia né l'esame radiologico, né la manometria possono escludere un'acalasia secondaria a cancro. L'esofagoscopia con biopsia è indicata per escludere le altre lesioni organiche.

DEFINIZIONE -- Le varici esofagee e le varici gastriche sono dilatazioni venose sottomucose determinate dalla presenza di ipertensione portale che nella maggior parte dei casi è causata dalla cirrosi epatica.

CAUSE -- La causa più frequente di ipertensione portale e quindi di comparsa di varici esofagee e/o gastriche (si formano nel fondo dello stomaco, vicino all'esofago) è la cirrosi epatica. Circa il 70% dei pazienti con cirrosi epatica presentano varici. Di questi pazienti con varici, il 30% sanguinerà entro due anni ed il 50% nel corso della vita. Il sanguinamento si interrompe spontaneamente nel 50% dei casi.

GENERALITA' -- Sintomi : Le varici esofagee e le varici gastriche non danno sintomi, se non quando avviene il sanguinamento, cioè queste varici, per la pressione indotta dall'ipertensione portale, si rompono e causano sanguinamento.

Terapia delle varici esofagee e gastriche : La terapia delle varici esofagee e gastriche è medica, endoscopica, radiologica interventistica o chirurgica. La terapia medica consiste nell’ utilizzo di farmaci beta-bloccanti ed è riservata solo ai casi iniziali. Tra le procedure endoscopiche terapeutiche, riveste un posto importante quella delle iniezioni di sostanze sclerosanti (sclerosi endoscopica) o legatura (legatura endoscopica con lacci elastici) delle varici esofagee. Le varici gastriche (in genere situate nel fondo dello stomaco) sono difficili da aggredire e possono essere trattate con un collante (cianoacrilato) per evitare il sanguininamento. Il trattamento radiologico interventistico consiste nel posizionamento della così detta TIPSS (Trans Iugular Porto Sistemic Shunt), uno stent che viene introdotto, attraverso la vena giugulare,

sino alla vena sovraepatica e da qui, attraverso il fegato, fino al ramo portale, così da ristabilire il normale flusso ematico, dalla vena porta alle vene sovraepatiche, e ridurre drasticamnete quell’ ipertensione portale che, attraverso il formarsi di circoli collaterali, determina il rifornirsi delle variici sofago-gastriche ed il loro sanguinamento. La chirurgia, ad opera di chirurghi digestivi dedicati al problema, trova, al giorno d'oggi, scarse indicazioni, mentre era molto utilizzata in passato, con interventi derivativi porto sistemici.

DIAGNOSI -- Tutti i pazienti con cirrosi devono effettuare una Esofago-Gastro-Duodenoscopia (EGDS) per la ricerca varici. In pazienti con ipertensione portale, a seconda della presenza e delle dimensioni delle varici, i controlli possono essere effettuati in modo frequente (pazienti con cirrosi che presentano segni rossi), oppure in tempi via via crescenti al diminuire della severità della patologia, fino ad arrivare a controlli ogni 3 anni per pazienti che non presentano varici.

DEFINIZIONE -- L’ernia iatale (ernia dello iato esofageo) è l' erniazione di parte dello stomaco in cavità toracica attraverso lo iato esofageo.

CAUSE -- Si associa spesso all' esofagite da reflusso, in quanto il reflusso acido gastrico in esofago è favorito dall' erniazione dello stomaco attraverso lo iato diaframmatico e determina un'infiammazione della parte distale della mucosa esofagea.

GENERALITA' -- Sintomi : I sintomi dell'ernia iatale sono gli stessi della malattia da reflusso gastroesofageo o esofagite da .reflusso a cui spesso, ma non sempre, è associata.
Possono aversi anche:
1. sanguinamento: questa è causa comune di anemia negli adulti oltre 40 anni
2. vomito, dolore
3. malattia polmonare cronica e laringite (per rigurgito notturno aspirato nelle vie aeree).

DIAGNOSI -- La diagnosi dell' Ernia Iatale va fatta con la gastroscopia. La radiografia dell'esofago può documentare il reflusso gastroesofageo del mezzo di contrasto somministrato, portando la testa in basso (posizione di Trendelemburg).

DEFINIZIONE -- La malattia da reflusso gastroesofageo è una malattia dovuta al reflusso del contenuto dello stomaco, soprattutto acido e bile, nell'esofago, con la conseguente infiammazione della mucosa dell'esofago e l'insorgenza di sintomi. II reflusso gastro esofageo è un fenomeno fisiologico che si verifica nei soggetti sani quasi sempre nel periodo post-prandiale e prevalentemente in posizione eretta. La protezione dell'eso­fago distale dai fattori lesivi presenti nel refluito gastroesofageo è affidata alla capacità di clearance esofagea ed alla resistenza della mucosa.

GENERALITA' -- Una prolungata esposizione del materiale di origine gastrica con la mucosa esofagea, determi­na l'insorgenza della malattia. La malattia da reflusso gastro esofageo (MRGE) è causata dal passaggio prolungato del con­tenuto gastrico nell'esofago. I principali meccanismi, spesso interagenti, determinanti MRGE sono: 1) l’ ernia jatale con la disfunzione dei pilastri esofagei 2) le disfunzioni del LES (sfintere esofageo inferiore)3) la ridotta clearance dell’ esofago4) il reflusso duodeno-gastrico patologico5) il reflusso gastroesofageo di acido, bile, pepsina, enzimi pancreatici6) l’ alterata motilità antrale con ridotto svuotamento gastricoIl 60-70% degli episodi di reflusso è correlato a rilasciamenti transitori spontanei ed inappropriati del LES non evocati dalla deglutizione, definiti 'Transient LES relaxations" (T.LES.R). Essi si associano a mancanza di attività motoria del corpo esofageo o a contrazioni sincrone non propulsive dell'esofago distale. I T.LES.R. sono presenti anche nella persone normali nella fase post-prandiale, ma nei pazienti con MRGE sono più numerosi e frequentemente associati a reflusso. Mentre nei normali i TLESR non si verificano mai durante il sonno o in clinostatismo, nei pazienti con MRGE compaiono invece durante questi periodi. La loro patogenesi sembra essere legata alla ipersensibilità dei pressocettori gastrici alla distensione.

DIAGNOSI -- Se il paziente presenta i sintomi tipici (pirosi e rigurgito) la diagnosi è semplice poiché tali sintomi sono molto specifici e nel 100% dei casi sono causati dal reflusso gastroesofageo. In assenza di tali sintomi, possono essere utili gli esami strumentali. L'esame più preciso è sicuramente la pH-metria che permette di fare diagnosi nella maggior parte dei casi misurando la quantità di acido che in 24 ore refluisce in esofago dallo stomaco. La manometria esofagea permette di valutare la funzione del cardias ed il movimento dell'esofago e dunque di apprezzare l'alterazione della valvola che sta alla base della malattia. Con la gastroscopia è possibile riconoscere la presenza dell'esofagite ed eventualmente di un'ernia iatale, oltre che di alcune complicanze della malattia (stenosi, esofago di Barrett, ecc.).

DEFINIZIONE -- La sindrome di Mallory Weiss consiste in una lacerazione della mucosa dell'esofago (iuxta cardiale) dovuta a frequenti episodi di vomito.

CAUSE -- Il vomito è frequente quando c'è abuso di alcol o nei disturbi legati ai disordini alimentari psicogeni (anoressia, bulimia).

GENERALITA' -- Questa patologia si manifesta sostanzialmente con gli stessi sintomi dell'esofagite da reflusso, con vomito e spesso sanguinamento dalla ferita esofagea.La terapia della Sindrome di Mallory Weiss è medica (antisecretivi) ma occorre soprattutto curare la patologia di base che provoca il vomito ed i rigurgiti (eccesso di alcol o bulimia.

DIAGNOSI -- La diagnosi va fatta con la Gastroscopia che serve anche ad escludere un cancro o un restringimento infiammatorio (stenosi) e valutare l'entità dell'erosione della mucosa.

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