centro di Epatogastroenterologia e Nutrizione s.a.s. di G. Di Bella

FAQ

Recenti sperimentazioni hanno mostrato che la mucosa di Barrett può essere asportata nel corso dell'endoscopia con alcune nuove tecniche (laser, fototerapia ad esempio) al fine di prevenirne la trasformazione. Poiché il reflusso acido in esofago è la causa della formazione dell'esofago di Barrett, il trattamento ottimale del reflusso con farmaci inibitori della secrezione dello stomaco o con la chirurgia è il modo migliore per ridurre il rischio di trasformazione del Barrett in tumore.

La diagnosi di esofago di Barrett è importante poiché si è visto che la sua presenza si associa ad un aumentato, seppur ancora piccolo, rischio di sviluppare il tumore dell'esofago. Per tale motivo in pazienti con segni clinici di reflusso gastroesofageo una gastroscopia dovrebbe essere praticata almeno una volta per valutare la severità dell'infiammazione e dunque il rischio che sia presente o si sviluppi un esofago di Barrett.

Deve essere seguito più accuratamente del solito sottoponendolo periodicamente ad endoscopia con biopsie al fine di riconoscere precocemente la trasformazione dell'esofago di Barrett in tumore e dunque trattarlo in tempi utili con la sua asportazione.

L'esofago di Barrett non si associa a sintomi caratteristici. Il paziente con esofago di Barrett è dunque un paziente che ha sintomi da reflusso gastroesofageo da molti anni. L'unico modo per diagnosticarlo è praticare una endoscopia che potrà mostrare una mucosa di aspetto diverso (in genere è più scura e simile a quella dello stomaco) nel tratto finale dell'esofago. La conferma della diagnosi si ottiene prelevando alcuni pezzettini di mucosa dell'esofago (biopsie) e facendoli analizzare (esame istologico).

In genere l'esofago di Barrett si sviluppa in pazienti che abbiano una malattia da reflusso gastroesofageo, soprattutto se grave. Circa 1 su 10 pazienti con MRGE (Malattia da Reflusso GastroEsofageo) può avere questo problema.

L'esofago di Barrett è la trasformazione (metaplasia) del rivestimento mucoso dell'esofago nel tratto immediatamente al di sopra dello stomaco che, sotto l’ azione del reflusso, diventa simile al rivestimento dello stomaco o dell'intestino.

L'ulcera è una lesione che può svilupparsi sulla mucosa dello stomaco (ulcera gastrica), o del duodeno, la prima parte dell'intestino dopo lo stomaco (ulcera duodenale).

L'ulcera può colpire individui di qualsiasi età e sesso. In realtà sono soprattutto gli adulti e gli anziani ad ammalarsi più frequentemente di ulcera. L'incidenza dell'ulcera nel mondo occidentale e dunque in Italia, è comunque in progressiva diminuzione.

Dolore alla parte alta dell'addome, spesso a digiuno, talvolta attenuato dal cibo, difficoltà alla digestione (pienezza, eruttazioni), bruciore. In genere i sintomi sono gli stessi per ulcera gastrica e duodenale.

La causa più frequente è l'infezione da Helicobacter pylori (Hp), in circa il 70% dei casi. La seconda causa è l'assunzione di farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici. Esistono altre cause rare di ulcera gastrica quali il morbo di Crohn ed il linfoma.
Il cancro gastrico può avere l'aspetto di un'ulcera gastrica e dunque essere confuso con essa nel corso di un esame endoscopico o radiografico.

La steatosi epatica è una patologia di frequente riscontro sia nella pratica clinica che in corso di ecografia addominale. Essa è notoriamente correlata al BMI tanto che fra gli obesi, è interessata da tale malattia, una percentuale di individui compresa fra il 55 e il 75 %.

La quasi totalità di ulcere duodenali sono dovute all'infezione da Helicobacter pylori. Esistono altre cause più rare come il morbo di Crohn ed il linfoma.

L'endoscopia è l'esame più preciso. In alternativa si può effettuare un esame radiografico con bario dello stomaco e duodeno.

L'emorragia e il restringimento (stenosi) del piloro (la via di uscita dello stomaco ) e del duodeno sono le complicanze più frequenti.

Un'ulcera gastrica in genere non si trasforma in cancro gastrico, sebbene questo fosse creduto nel passato. Tuttavia il tumore dello stomaco può apparire alla endoscopia come una ulcera e dunque confuso con essa. Per tale motivo l'ulcera gastrica deve essere sempre bioptizzata per escludere che si tratti di un tumore.

Se è presente un'infezione da Helicobacter pylori bisogna curare l'infezione. Ciò fa sì che l'ulcera guarisca definitivamente e non ritorni mai più. Per ulcere da altre cause è utile assumere farmaci che riducendo la secrezione di acido dello stomaco permettano all'ulcera di guarire (inibitori di pompa protonica o H2-antagonisti). Se l'ulcera è stata provocata da farmaci, questi devono essere immediatamente sospesi.

La chirurgia oggi non rappresenta più la cura dell'ulcera, ma solo delle sue complicanze, l'emorragia e la stenosi, quando la terapia medica ed endoscopica non siano riuscite a risolverle.

La dieta, considerata molto importante nel passato, ha oggi un ruolo molto limitato vista la disponibilità di farmaci molto efficaci. Non è dunque necessario praticare diete restrittive, ma evitare semplicemente gli eccessi. Si consiglia sempre al paziente ulceroso di smettere di fumare.

Il malato di ulcera in cui l'infezione da Helicobacter pylori sia stata curata o le cui altre cause (farmaci) siano state rimosse deve essere considerato completamente guarito e dunque una persona sana e non più un malato cronico.

L’ecografia delle ANSE INTESTINALI è un esame che negli ultimi anni si rivelato molto utile nello studio delle malattie infiammatorie croniche intestinali: m. di Crhon e rettocolite ulcerosa (IBD). In particolare modo, l' assoluta assenza di invasività e di radiazioni ionizzanti la rendono molto utile nel follow-up di queste malattie e nel sospetto di IBD in età pediatrica ed in gravidanza. Inoltre, il fatto che l’ecografia delle anse non richieda alcuna preparazione, la rende attuabile anche in condizioni di emergenza in particolare negli attacchi acuti di colite ulcerosa e nel sospetto di occlusione intestinale o di raccolte ascessuali nella malattia di Crohn. L' esecuzione di tale esame permette, quindi, un rapido e corretto approccio diagnostico e terapeutico in questo tipo di malattie con notevoli benefici per il paziente.

Sono delle estroflessioni della parete del colon.

La causa principale è la stipsi. I pazienti affetti da questo problema hanno un'aumentata pressione all'interno del colon, questa provoca, nei punti di maggior debolezza, lo sfiancamento della parete ed il viscere si estroflette. Esiste probabilmente una predisposizione familiare.

No, una volta formati non è più possibile modificare nulla. Si possono sicuramete curare nella fase acuta (quando si infammano) usando antibiotici, antinfiammatori intestinali e fermenti lattici. E' possibile inoltre somministrare una terapia di mantenimento per evitare e prevenire nuovi episodi di diverticolite, in questo caso si possono usare cicli mensili con disinfettanti intestinali, antinfiammatori intestinali e fermenti lattici; sarà di volta in volta il medico curante a stabilire, in relazione alle diverse situazioni, la terapia più idonea.

I diverticoli spesso non danno alcun fastidio. La sintomatologia si manifesta quando si infiammano (diverticolite), in questo caso si può accusare dolore addominale, stipsi ostinata, diarrea, presenza di sangue o/e muco nelle feci, febbre. In alcuni casi, spesso quando il paziente si trascura, i diverticoli si possono perforare e provocare la peritonite; in questo caso si deve procedere all'intervento chirurgico di urgenza.

Solo in presenza di complicanze quali la perforazione, l'emorragia imponente e la presenza di stenosi (restringimenti del colon) causate dagli esiti di importanti fenomeni infiammatori. Può essere suggerito l'intervento chirurgico nei casi in cui il paziente ha ricorrenti e frequenti episodi di diverticolite che comportano un maggior rischio di complicanze; in questo caso forse potrebbe essere più utile e meno rischioso operare programmando l'intervento che eseguire un intervento in urgenza.

Alcuni studi hanno mostrato una maggior frequenza di polipi nei pazienti affetti da diverticolosi. Attualmente non esistono dati sull'associazione tra diverticolosi e tumori del colon.

Dipende dalle situazioni. Quando sono infiammati è necessario assumere una dieta senza scorie (frutta e verdura), nella fase di remissione invece è indicata una dieta ricca di scorie per correggere anche la stipsi iniziale. E' indicato comunque in tutti i casi bere molta acqua non gassata lontano dai pasti.

E’ una malattia infiammatoria cronica che può colpire l’intestino in ogni sua parte anche se ha una localizzazione preferenziale nell’ultimo tratto dell’Intestino Tenue (Ileo) e nel Colon.

Il sintomo con cui si rende clinicamente manifesta è la Diarrea Ematica oppure la Rettorragia semplice, cioè l'emissione di sangue rosso vivo da sola o che precede l'emissione di feci.

Usualmente la diarrea è abbondante, con un numero elevato di scariche giornaliere e con segni di compromissione fisica generale (stanchezza, inappetenza, febbricola). Quasi sempre, comunque, la diarrea si accompagna all'emissione di sangue.

La malattia viene sempre più frequentemente riscontrata nei paesi ad elevato livello sociale ed industriale; predilige in particolar modo la razza bianca mentre è meno frequente nella popolazione di colore dei paesi in via di sviluppo.

I sintomi dipendono dalla sede e dalla estensione della malattia. Il dolore addominale è uno dei sintomi più frequenti ed è tipicamente crampiforme con possibile irradiazione anche ai quadranti alti dell'addome e, talora, posteriormente al dorso.

Gli esami del sangue possono dare motivo di sospettarla ma non di diagnosticarla. L'alterazione ematologica caratteristica è l'anemia che si associa ad una riduzione del Ferro e della Ferritina.

Ciò come conseguenza della perdita cronica di sangue. Le altre alterazioni degli esami di laboratorio sono legati alla infiammazione del colon e dipendono dallo stadio della malattia.

Quindi se la malattia è in fase di accensione riscontreremo aumento della VES, aumento dei globuli bianchi e, se ricercati, aumento di alcuni indici di infiammazione (PCR, Alfaunoglicoproteina acida).

I segni obiettivi che il medico può evidenziare sono aspecifici e riferibili potenzialmente a qualunque malattia addominale.

Il dolore è tra i sintomi più importanti della malattia e può essere rilevato dalla palpazione prevalentemente dei quadranti addominali inferiori. Talora, in caso di accensione flogistica della malattia, si possono rilevare segni di "peritonismo".

La terapia medica dipende dallo stadio della malattia. Nelle forme lievi-moderate si utilizzano diversi farmaci, spesso in associazione, che sono rappresentati dalla Mesalazina, Cortisone, Immunosoppressori (Azatioprina e Metotrexate).
Molto usate le applicazioni locali di Mesalazina o di Cortisone attraverso clismi.
Nella forma severa, oltre agli Immunosoppressori, si utilizza talora la Ciclosporina.

Le indicazioni alla terapia chirurgica sono rappresentate dalla mancata risposta alla terapia medica in soggetti con coinvolgimento di tutto il colon.

Infatti, in questi casi la malattia, che non è responsiva al trattamento medico, causa continue ed importanti perdite di sangue e può sfociare nella più temibile delle complicanze cioè il Megacolon Tossico, potenzialmente mortale se non diagnosticato a tempo.

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